Scoperte
1. L’ASTEROIDE CHE MUTÒ LA VITA DEL MONDO
La dimostrazione dell'espansione della Terra
Nell’era paleozoica la Terra possedeva un volume notevolmente inferiore a quello di oggi e gli attuali continenti, riuniti, formavano un’unica crosta che avvolgeva interamente il pianeta.
Poi però, sul finire del permiano, intorno a 240 milioni di anni fa, accadde un evento di proporzioni inaudite, perché questa crosta si spaccò e poche decine di milioni di anni dopo si avviò una grandiosa espansione del pianeta, che nel giro di 200 milioni di anni sarebbe giunto alla mole di oggi.
Le imponenti dorsali medioceaniche non sono che le eredi di quelle paurose spaccature.
La loro conformazione permise infatti di dimostrare che erano state prodotte da un gigantesco rigido corpo celeste, un asteroide di ben 350 chilometri di diametro.
La scoperta della piccola Terra paleozoica, correlata alle testimonianze dei fossili, rivela che in quell’epoca il pianeta appariva diviso in due distinti emisferi, uno sempre in ombra, completamente coperto da una spessissima coltre glaciale, l’altro perennemente scaldato dal sole e rivestito da una rigogliosissima natura tropicale.
Il globo terrestre ruotava intorno a se stesso nello stesso tempo in cui ruotava intorno al Sole, il che significa che non vi era allora l’alternanza del dì e della notte, ma un emisfero immerso nel perenne dì ed un altro soggetto alla notte perenne.
Tuttavia le enormi masse di magma e di gas liberatisi attraverso le prime fratture e lo scioglimento dei ghiacci determinarono l’estinzione del 70% delle specie marine e il graduale innalzamento del livello dei mari.
Gli animali sinora eterotermi, ossia a sangue freddo, in assenza della notte, furono costretti ad adattare il loro organismo ad una situazione completamente diversa.
Ciò portò ai giganteschi sauropodi e alla nascita dei paramammiferi.
Ma alla fine dell’Era mesozoica la temperatura nelle lunghe notti divenne troppo bassa per molte specie che non furono più in grado di reggere quel clima divenuto ormai insopportabile.
Si estinsero così i dinosauri, ma intanto erano apparsi i primi mammiferi, esseri omeotermi, cioè dotati di temperatura costante, capaci di proteggere i piccoli dai primi istanti del concepimento al momento del parto, all’interno del caldo corpo materno.
Dobbiamo dunque al terribile incidente celeste la imponente trasformazione delle condizioni ambientali che avrebbe infine permesso l’avvento dell’uomo.
Il processo di espansione del pianeta spiega anche la formazione delle catene montuose, consentendo di prevedere con esattezza gli sviluppi futuri di oceani, continenti e catene, insieme ad una migliore comprensione degli eventi sismici a questi strettamente legati.
Si estinsero così i dinosauri, ma intanto erano apparsi i primi mammiferi, esseri omeotermi, cioè dotati di temperatura costante indipendentemente dalle condizioni climatiche esterne, esseri provvisti di pelliccia e capaci di proteggere i piccoli dai primi istanti del concepimento al momento del parto, all’interno del caldo corpo materno.
Dobbiamo dunque al terribile incidente celeste la imponente trasformazione delle condizioni ambientali che avrebbe infine permesso l’avvento dell’uomo.
Il magnetismo dell’asteroide svela anche la misteriosa origine del magnetismo terrestre, che nell’unico schema accettato dalla scienza, quello della dinamo auto eccitante di Faraday, prevede l’esistenza di un magnete primordiale.
Il processo di espansione del pianeta spiega anche la formazione delle catene montuose, consentendo di prevedere con esattezza gli sviluppi futuri di oceani, continenti e catene, insieme ad una migliore comprensione degli eventi sismici a questi strettamente legati.
2. SINDONE, IL RITORNO ALLA VITA
Sulle basi della geometria proiettiva lo studio restituisce la configurazione spaziale del corpo, del telo, dell’immagine e il legame proiettivo tra corpo e immagine quando questa si generò sul telo: una proiezione parallela ortogonale al piano del sepolcro su cui il telo riportante l’immagine anteriore del corpo era disteso. Il corpo era prono, ma il viso non poggiava sul piano.
La ricerca prosegue con la restituzione di un abito, di una cintura di pelle di serpente, di una fibula e di un braccialetto femminile dell’epoca di Cristo.
Poi viene rilevata una fascia avvolta intorno alla vita e distesa davanti e dietro il corpo.
Quest’ultima si sarebbe dimostrata l’immagine di quella stessa fascia oggi ricucita su uno dei bordi del tessuto provvisti di cimosa, e che rivelava di essere servita per deporre quel corpo dalla croce.
Si giunge quindi alla scoperta della corona di spine dei Vangeli, un ramo di sarcopoterium spinosum, provvisto di fiori, frutti e foglie.
Una ricerca parallela sul Sudario di Oviedo permette di risalire dalla forma delle macchie di sangue alla originaria piegatura del telo. Essa dimostra che questo fu ripiegato in ben ottanta strati e fermato con una fibula dell’epoca di Cristo. Lo stesso Sudario così ripiegato e la stessa fibula vengono restituiti dall’immagine sindonica. Quel tampone confezionato col sudario aveva sostenuto il capo prono di Cristo.
La ricerca restituisce anche i pollici e quattro fori prodotti dalla penetrazione di chiodi dell’epoca di Cristo.
Le immagini degli oggetti si interrompo sul contorno del corpo. Alla fine lo studio tratta il mistero più oscuro della Sindone, quelle aree apparentemente deformi e indistinte su un’immagine chiara e corretta.
Dapprima si rileva sulla mano destra l’immagine di un sesto dito. Poi si rileva a poca distanza da esso un pugno in cui la stessa mano si era chiusa nello sforzo di tirare attraverso un anello intorno al pollice un oggetto. Come tanti fotogrammi sovrapposti il tessuto presenta non soltanto queste due posizioni, ma altre posizioni intermedie. La configurazione anatomica della mano destra che tira l’oggetto prova che si trattò di un movimento volontario di un uomo in piena forma fisica. La configurazione anatomica della mano destra nell’altra posizione, quella già nota da secoli, prova invece che in quel momento il corpo notevolmente distaccato dal piano della Sindone. Anche il piede sinistro, la mano sinistra e la cintura dell’abito vengono restituite in più posizioni distinte, ma ordinatamente in sequenza. Una particolare radiazione di energia emanò per pochi secondi da quel corpo, attraversando il corpo stesso e gli oggetti intorno ad esso, lasciando sul lino le immagini di un corpo pienamente vivo in movimento volontario.